Gli ionici e il problema dell'arché
I filosofi cercavano una risposta a domande come: "Qual è l'origine del mondo? Come si spiega la vita sulla terra?", e i primi ad innaugurare tale stile di pensiero furono Talete, Anassimandro e Anassimente, tutti e tre di Mileto. Questi filosofi possedevano conoscenze di carattere tecnico-scientifico e cercarono di spiegare i fenomeni atmosferici e metereologici ricorrendo a cause naturali e non più mitiche. Loro furono i primi ad avere individuato un principio originario da cui tutte le cose derivano, cioè l'archè. L'archè rappresenta la materia di cui sono fatte le cose, la forza che le ha generate e la legge divina ed eterna che le governa.
Su
Talete vi è un aneddoto narrato da Platone in cui sbadatamente, intento
a studiare i fenomeni celesti, cade in un pozzo e una serva che lo vide
commentò dicendo che tutti i filosofi hanno la testa tra le nuvole. Ciò
testimonia che le persone semplici e poco colte avevano un'immagine
negativa della filosofia.
Aristotele, però, raccontò un altro aneddoto in cui dimostrò che Talete non era affatto una persona distratta e che utilizzava le conoscenze metereologiche per arricchirsi. Talete agì anche come uomo politico, matematico e fisico. Talete pensava che il principio di tutte le cose fosse l'acqua in quanto ogni cosa vivente ne è intrisa, e facendo riferimento al parto poichè il neonato viene alla luce "rompendo le acque" in cui è stato per nove mesi. Per spiegare l'origine dell'universo Talete, a differenza degli altri, utilizza solo argomentazioni razionali.
Anassimandro, invece, per spiegare l'origine dell'universo individua la sostanza primordiale in un principio indeterminato chiamato àpeiron, che significa "senza confini", "sconfinato", in quanto ritiene che il principio da cui derivano le cose non si identifichi con una di esse, ma sia una sostanza indistinta.
Anassimandro ritiene che le cose derivano dalla sostanza primordiale mediante un processo di separazione in cui si generano infiniti mondi destinati a dissolversi e ricomporsi. La separazione è causa della molteplicità e della differenza tra gli esseri, del loro contrasto e delle guerre, ed è per riparare a questo male che tutti gli esseri viventi devono morire.
Anassimene identifica il principio primordiale con l'aria in quanto è la forza che anima il mondo e il principio di ogni mutamento. Il filosofo spiega la trasformazione e la generazione delle cose attraverso i principi di condensazione e rarefazione.
Aristotele, però, raccontò un altro aneddoto in cui dimostrò che Talete non era affatto una persona distratta e che utilizzava le conoscenze metereologiche per arricchirsi. Talete agì anche come uomo politico, matematico e fisico. Talete pensava che il principio di tutte le cose fosse l'acqua in quanto ogni cosa vivente ne è intrisa, e facendo riferimento al parto poichè il neonato viene alla luce "rompendo le acque" in cui è stato per nove mesi. Per spiegare l'origine dell'universo Talete, a differenza degli altri, utilizza solo argomentazioni razionali.
Anassimandro, invece, per spiegare l'origine dell'universo individua la sostanza primordiale in un principio indeterminato chiamato àpeiron, che significa "senza confini", "sconfinato", in quanto ritiene che il principio da cui derivano le cose non si identifichi con una di esse, ma sia una sostanza indistinta.
Anassimandro ritiene che le cose derivano dalla sostanza primordiale mediante un processo di separazione in cui si generano infiniti mondi destinati a dissolversi e ricomporsi. La separazione è causa della molteplicità e della differenza tra gli esseri, del loro contrasto e delle guerre, ed è per riparare a questo male che tutti gli esseri viventi devono morire.
Anassimene identifica il principio primordiale con l'aria in quanto è la forza che anima il mondo e il principio di ogni mutamento. Il filosofo spiega la trasformazione e la generazione delle cose attraverso i principi di condensazione e rarefazione.