martedì 10 ottobre 2017

I pitagorici e la concezione matematica della natura



 I PITAGORICI E LA CONCEZIONE MATEMATICA DELLA NATURA

La grandezza di Mileto durò poco. Nel 499 a.c. le città della Ionia, sotto la guida del tiranno di Mileto, si ribellarono al potere dei persiani che nel 546 a.c avevano occupato il territorio. La città di Mileto fu distrutta e i suoi abitanti uccisi o indotti in schiavitù. Il centro della vita culturale della Grecia si spostò nelle colonie greche dell'Italia meridionale e della Sicilia, dove emigrarono molte personalità fuggite dall'Asia Minore. Queste città, splendide e potenti, erano del tutto indipendenti dalla madrepatria. In una di queste, la bella e ricca Crotone, venne a stabilirsi Pitagora e vi fondò una nuova scuola filosofica, la Fratellanza Pitagorica, un'associazione politico-religiosa di carattere aristrocatico ed aveva un'atmosfera quasi sacrale. Molti caratteri della scuola pitagorica fanno pensare a una setta religiosa, in cui venivano segiute regole ascetiche ed era praticata la comunione dei beni. I discepoli si differenziavano in acusmatici, ai quali era imposto il silenzio e una rigida disciplina di comportamento; e matematici, i quali potevano fare domande ed esprimere opinioni personali e ai quali venivano rilevate le dottrine più impegnative del maestro.
Le dottrine fondamentali dei pitagorici riguardano essenzialmente due argomenti; 
-la dottrina dell'anima
-la dottrina del numero
Pitagora non era mosso tanto dalla curiosità per i fenomeni naturali, quanto dal desiderio di tracciare una via di purificazione per l'anima, concepita come un principio divino e immortale imprigionandosi nel corpo per una colpa originaria. Si tratta di una dottrina ripresa dall'orfismo, un movimento religioso sorto verso il VI secolo a.c e molto diffuso in Grecia. Gli orifici ritenevano che, dopo la morte, l'anima fosse destinata a reincarnarsi fino all'espiazione. La ricerca di Pitagora si concentra nello studio dei mezzi per ottenere la liberazione dell'anima dalla vita materiale; tali strumenti sono da lui individuati in una prassi di vita ascetica, che imlpica l'obbedienza a precetti molto severi, ma soprattutto nell'esercizio della filosofia. Accanto al tema della cura dell'anima, l'altro nucleo rilevante del pensiero dei pitagorici è rappresentato dalla dottrina del numero, di cui sono stati i primi teorici nel mondo greco. Tra le due dottrine c'è ne un nesso molto stretto. La vita dell'uomo saggio o ''filosofo'', infatti, si caratterizza per l'ordine e la misura  con cui sa tenere a freno gli istinti del corpo.





Risultati immagini per pitagora
  Quest'ordine che il saggio deve apprendere ed eleggere a regola di vita pervade tutto l'universo o ''cosmo'', in ogni sua manifestazione. Se contempliamo la volta celeste, non possiamo fare a meno di restare ammirati dal moto regolare e ordinato degli astri. Lo stesso si dica per le melodie musicali, per tutte le arti, cosi come per il succedersi delle stagioni, dei mesi e dei giorni. E' sulla base di queste osservazioni che i pitagorici arrivano ad afferamare che la vera sostanza delle cose non risiede nell'acqua, nell'aria, ma nel numero.


IL NUMERO COME PRINCIPIO COSTITUTIVO DELLA REALTA'

 I pitagorici non si fermano a una concezione del numero come strumento di conoscenza: essi, infatti, arrivano come il vero e proprio principio generatore. Per i Greci il numero non era qualcosa di astratto, ma aveva caratteristiche fisiche e geometriche. I pitagorici rappresentavano l'unità con un punto dotato di estensione spaziale: un numero era contemporaneamente una figura geometrica e, viceversa, uan figura geometrica corrispondeva a un numero. Sulla base di questo il matematico Filolao mostrò dall'unità-punto si possano generare gli altri numeri e tutti i corpi fisici, secondo il seguente modello:                                
   Immagine correlataImmagine correlataRisultati immagini per triangolo geometria vuoto
        1. punto                                            2. linea                                    3. superficie




 Immagine correlata

4. solido (piramide)



Se il numero è la sostanza delle cose, per capire i rapporti tra di esse dobbiamo fare riferimento ai rapporti tra i numeri: poichè questi ultimi si dividono in pari e dispari anche le cose hanno una nautura duplice e opposta. Da un lato vi è il dispari, che è un'entità limitata, simbolo della perfezione, del bene, della forma; dall'altro vi è il pari, che è un'entità illuminata, simbolo di imperfezione, di disordine, caos, materia. I pitagorici confermano che il 2, pari, ha una struttura illimitata, cioè incompleta; il 3, dipari, presenta una struttura chiusa, definita e perfetta.
Ora tra questi aspetti c'è una lotta soltanto apparente, perchè la natura profonda delle cose tende all'armonia e alla conciliazione; la diversità si risolve in una superiore unità.
Nella dottrina pitagorica quasi tutti i fenomeni della vita hanno una relazione con i numeri, tanto che questi ultimi sono assunti a simboli dell virtù sociali. Ad esempio il numero 1 rappresenta l'intelligenza, immobile e identica a se stessa; il numero 2 esprime, invece, l'opinione sempre mutevole e incerta; il 4 raffigura la giustizia. Il 10 è il numero perfetto: raffigurato come un triangolo che ha come lati il 4, esso contiene sia il pari e il dispari. Su di esso -la sacra figura di tetractys- i pitagorici erano soliti prestare il loro giuramento di fedeltà all'associazione


Immagine correlata

                Tetractys