lunedì 30 aprile 2018

Platone 2

 PLATONE

La visione politica e il problema educativo
Platone ha individuato quattro virtù fondamentali dell'individuo, la saggezza, il coraggio, la temperanza e la giustizia, virtù che egli attribuisce alle diverse classi sociali che compongono lo Stato. La giustizia è il tema centrale di uno dei dialoghi più importanti di Platone, la Repubblica. E' un dialogo in dieci libri composto tra il 380 e il 370 a.C.. Platone suggerisce di seguirlo nell'elaborazione di un modello di Stato perfetto, uno Stato utopico, cioè che non è mai esistito, ma che può servire come punto di riferimento per i cittadini e i politici.
Platone propone un modello di Stato ideale strutturato in tre classi, dei governanti, dei guerrieri e dei lavoratori. I governanti hanno funzione di comando, i guerrieri hanno funzione di difesa militare e i lavoratori  hanno il compito di provvedere ai bisogni materiali.
Platone teorizza inoltre l'aristocrazia come forma ideale di governo che coincide con il governo dei migliori, ossia dei filosofi che conoscono e perseguono il Bene. Dall'aristocrazia si differenziano varie forme corrotte di governo, la timocrazia, l'oligarchia, la democrazia e la tirannide. La timocrazia è il governo degli uomini che pongono al vertice della considerazione l'onore. L'oligarchia è il regime fondato sul censo in cui solo chi è ricco ha potere. Nella democrazia la grande massa dei poveri prevale sui ricchi e si impadronisce del potere. La tirannide è la forma più spregievole di governo in quanto il tiranno prende il potere con la forza e poi è costretto a liberarsi di ogni persona saggia e intelligente per circondarsi di gente sempre più vile.
Per Platone il governo della città deve essere affidato a coloro che sono sapienti, cioè ai filosofi. Ai governanti spetta il compito di evitare un conflitto sociale, gli unici che possono garantire un simile risultato sono i folosofi. Il progetto educativo che elabora Platone per il filosofo mira alla ricerca della Verità e del Bene. Per i bambini l'educazione elementare si fonda sulla ginnastica, sulla musica e sulla matematica. All'età di 18 anni il giovane viene avviato al servizio militare e dopo due anni si accosta allo studio delle scienze. A 30 anni i giovani migliori possono studiare la filosofia, in particolare il metodo dialettico. Dai 35 ai 50 anni i filosofi partecipano attivamente alla vita politica. A 50 anni coloro che avranno superato tutte le prove potranno finalmente accedere al governo della città. 
Platone nel VII libro della Repubblica espone il mito della caverna, secondo cui gli esseri umani sono come prigionieri incatenati fin dalla nascita in una caverna costretti a volgere le spalle all'entrata. I prigionieri vedono le ombre di persone che portano statue, figure di animali e altri oggetti in legno o pietra proiettate sul fondo della caverna. 
Platone guarda l'arte con sospetto in quanto è negativa e diseducativa per tre motivi:
- propone modelli di comportamento immorali e frivoli;
- allontana dal vero perchè è imitazione di imitazione;
- è frutto della divina ispirazione e dunque attenua la capacità di giudizio.


La cosmologia e il fondamento delle leggi
Secondo Platone nell'universo regna un ordine perfetto dovuto a un divino artefice che chiama demiurgo, una divinità buona, intelligente e priva di invidia. Il demiurgo ha plasmato il mondo visibile sul modello di quello soprasensibile e ispirandosi all'idea del Bene ha modellato la materia caotica primordiale. L'ha poi trasformata in un organismo vivente governato da un'anima del mondo. Inoltre ha conferito ordine agli eventi naturali attraverso il tempo che è un'immagine mobile dell'eternità. 
Tra il Timeo e le Leggi vi è una continuità ideale. Le Leggi è la più lunga e ultima opera di Platone che poi è stata pubblicata da Filippo di Opunte e divisa in dodici libri. In tale opera Platone raffigura una legislazione che ha lo scopo di regolamentare la vita dei cittadini. Le Leggi hanno due funzioni, quella costrittiva e quella educativa. Da una parte prescrivono quale deve essere la miglior condotta dei cittadini e dall'altra devono essere una guida per i giovani per diventare buoni cittadini. Le pene devono essere viste come correzione dell'errore e con lo scopo di redimere l'uomo. Lo scopo delle Leggi è quello di realizzare nella città degli uomini lo stesso ordine divino che regna nel cosmo. La città fortezza è libera da corruzione e decadenza, e in essa vi è un numero limitato e stabile di cittadini, la condanna di ogni comportamento asociale e l'organo dei "Custodi della legge", garante del rispetto delle norme.