lunedì 22 gennaio 2018

Socrate e la cultura del dialogo

Il contesto educativo
Poichè la sofistica non contribuì a chiarire le idee, ma erose le antiche certezze, nacque un malcontento delle classi conservatrici, che cominciarono a guardare con ostilità i filosofi e la nuova classe politica. E' in questo difficile clima che vive e opera Socrate, il quale da un lato si propone di combattere le posizioni relativiste della sofistica, dall'altro deve subire l'ostilità delle classi conservatrici. Un esempio di tale diffidenza verso la filosofia è fornito dalla commedia Le nuvole di Aristofane, in cui Socrate è rappresentato come un personaggio strano, dedito a inutili ricerche di carattere naturalistico che giocava con le parole e creava astrusi concetti nella sua scuola, il ''pensatorio''. Alla fine della commedia, un cliente deluso, in quanto non ha appreso da Socrate ne nuove conoscenze ne una nuova arte, compie un gesto che molti dei contemporanei della classe sociale di Aristofane avrebbero voluto fare: il pensatoio. Socrate nel 399 a.c. sarà condannato a morte dal tribunale di Atene.
Socrate non lasciò testimonianza diretta di sé, preferiva il contatto immediato con le persone, soprattutto i giovani. Platone, essendo stato un suo discepolo, può dare testimonianza indiretta sulla sua figura e sul suo pensiero. Socrate inoltre è anche il protagonista di scritti detti Discorsi socratici in cui troviamo notizie sulla sua vita e sul suo pensiero. Fisicamente Socrate non era un bell'uomo, ma aveva un animo bello, nobile, coraggioso e forte. In guerra era sprezzante del pericolo e durante il processo dove venne condannato a morte sacrificò la propria vita piuttosto che ribellarsi alle leggi della città.

Risultati immagini per socrate condann

Socrate fu condannato a morte durante il periodo in cui ritornò il governo democratico, in una fase di crisi politica in cui un personaggio popolare come lui era visto come una minaccia. Venne accusato ingiustamente di essere l'ispiratore di alcuni esponenti dell'aristocrazia, capi della terribile tirannia dei Trenta. Socrate fu accusato e riconosciuto colpevole di avere importato nuove divinità e di avere corrotto i giovani. Tali accuse derivavano anche da un rancore verso gli intellettuali da parte di strati ampi della popolazione che consideravano i filosofi responsabili della crisi della polis. Socrate fu condannato dalla maggioranza di una giuria popolare composta da cinquecento persone.
Se Socrate avesse accettato di andare spontaneamente in esilio o non fosse stato così deciso nel ribadire le sue tesi, probabilmente la sentenza di condanna non sarebbe stata emessa. La condanna non fu eseguita subito, ma dopo un mese. Questo mese lo passò serenamente, parlando con i suoi amici, rifiutandosi di evadere, e il giorno prima bevve con serenità la cicuta.
Per capire il senso filosofico della morte di Socrate si può seguire il racconto che Platone ha lasciato nell'Apologia di Socrate. L'opera comincia con il responso dell'oracolo di Delfi che indica in Socrate l'uomo più saggio che suscita nel filosofo imbarazzo e desiderio di capire i motivi del giudizio. Socrate si reca prima di tutto da un uomo politico importante, parlando con lui capisce che pur ritenendosi molto saggio in realtà non lo è. Si rivolge poi ai più stimati poeti, artigiani competenti; ognuno di loro conosce qualcosa di peculiare della propria arte, ma ignora tutto il resto. A questo punto Socrate si sente in dovere di mettere a nudo tale ignoranza e quindi si attira la loro ostilità.
Socrate è il più saggio perché sa di non sapere, gli altri invece non hanno questa consapevolezza e spesso si vantano di sapere ogni cosa. Probabilmente Socrate fu condannato anche perché voleva scuotere gli uomini dal loro torpore spirituale, costringendoli a dubitare delle loro certezze. 
Chiunque entrava in contatto e in amicizia con Socrate veniva soggiogato dal suo modo di ragionare, tanto da mettere in discussione la propria condotta di vita e insinuando così in loro un dubbio. L'intento di Socrate fu da un lato quello di dimostrare che coloro che si reputavano sapienti non lo erano affatto, in quanto non conoscevano in profondità quello di cui parlavano, e dall'altro quello di arrivare ad una definizione soddisfacente dell'argomento trattato.
Il metodo adottato da Socrate era composto da due momenti, uno critico e "negativo", l'ironia, e l'altro costruttivo e "posivito", la maieutica. L'ironia consisteva nel fatto che Socrate chiedeva ai suoi interlocutori di spiegare un determinato tema e quando gli veniva data la risposta sembrava accettarla come valida. Socrate diceva al suo interlocutore di non conoscere l'argomento e un po' alla volta, in base alle varie risposte errate e poco esaustive, si capiva che anche l'interlocutore non sapeva che cosa fosse ciò di cui si parlava. Alla fine questa "maschera" dell'ignoranza utilizzata da Socrate si rivelava come lo strumento più efficace per mettere a nudo l'ignoranza altrui.
Il momento maieutico aveva lo scopo di capire quanto fosse importante ricercare sempre la verità senza accontentarsi di formule scontate e superficiali. Per spiegare il senso del suo filosofare Socrate affermava di svolgere lo stesso mestiere della madre, cioè la levatrice, con la differenza che lui aiutava a partorire le idee e non i corpi.
I compiti che Socrate si attribuiva quindi erano:
  •  come le levatrici greche, tutte anziane, quindi non in grado di partorire, anche Socrate non poteva proporre nuove conoscenze, poiché sapeva di non sapere non era esperto in nulla;
  •   la sua missione era quella di mettere alla prova i giovani;
  • il contesto educativo della sua missione era quello del dialogo tra amici fatto di domande e risposte brevi ed incalzanti. Era però necessario che ci fosse fiducia reciproca e una comune aspirazione alla verità.

Risultati immagini per socrate        

sabato 6 gennaio 2018

Primavera,estate,autunno,inverno... e ancora primavera

Il film è ambientato in un eremo buddista al centro di un lago in una foresta incontaminata.
Il regista interpreta l'uomo nell'ultima fase della vita. La tranquillità contemplativa del film ha segnato un cambiamento significativo dalle sue opere precedenti, che sono state spesso criticate per eccesso di violenza e misoginia.
Il film è diviso in 5 segmenti (le cinque stagioni del titolo), e ogni segmento descrive una fase differente della vita di un monaco buddista. 
In una capanna galleggiante sul lago Juen, un anziano monaco e il bambino suo allievo, affrontano la vita secondo i ritmi della natura e della disciplina buddista.
Attraverso primavera - con lo sbocciare dei fiori e della vita, quando il piccolo allievo impara sulla sua pelle il prezzo della crudeltà dell’innocenza, il rigore della disciplina e la punizione dopo il peccato -, estate – l’allievo, ormai adolescente, conosce l’amore, fisico e spirituale, incarnato da una giovane giunta dal suo maestro per poter essere curata, e la rigidità della dottrina -, autunno – con il ritorno del ragazzo ormai uomo , dopo la fuga e l’omicidio, in una dolorosa, difficile catarsi verso l’espiazione, la maturazione, il superamento della rabbia -, inverno – l’allievo, ormai maturo , da solo, al centro di una natura paralizzata, e la sua strada verso l’illuminazione, il passaggio a maestro – e di nuovo primavera – il ciclo ricomincia, con il vecchio maestro e un nuovo allievo attraversiamo, con i personaggi, la natura e le stagioni, un ciclo che pare destinato a ripetersi all’infinito, dalla nascita alla morte, dall’impulsività alla maturazione.  

Commento:
Questo film parla della vita prendendo in prestito alcuni elementi della religione buddista. E' un ritratto di gioia, rabbia, dolore e piacere della vita attraverso le quattro stagioni e attraverso la storia di un monaco che vive in un tempio immerso nella natura. Attraverso i cambiamenti nella vita dell’uomo si scopre il significato della maturità, la crudeltà dell’innocenza, l’ossessione del desiderio, il dolore nelle intenzioni omicide e infine l’emancipazione. 



Risultati immagini per primavera estate autunno inverno... e ancora primavera significato