mercoledì 7 marzo 2018

Platone 1

Platone
Platone era uno dei massimi pensatori di tutti i tempi, a cui dobbiamo l'elaborazione di gran parte dei temi, dei concetti e del lessico della filosofia. Lui era destinato all'impegno politico-amministrativo. Platone istruì l'Accademia
Il nome deriva dal luogo in cui la scuola fu fondata nel 387 a.c., ossia il parco dedicato all'eroe greco. Platone si concentrò all'interno della scuola, la quale costituiva un centro di ricerca scientifica. 
L'Accademia era infatti un'associazione religiosa ma soprattutto un importante luogo di studi. Essa aveva il compito di istruire uomini capaci di orientare le scelte politiche.
 
 La ricerca di un criterio di verità solido e incontrovertibile
 Platone inizia la sua ricerca proprio dal punto di vista in cui era arrivato Socrate. Quest'ultimo diceva che se l'anima conosce ciò che è bene nelle varie circostanze, non può commettere il male. Il problema che si pone ora Platone è quello di stabilire che cosa siano il bene e i valori assoluti a cui deve ispirarsi il sapiente e in che modo si possa giungere a conoscerli. Il filosofo riconosce che i sensi non consentono di pervenire a un'idea unica e oggettiva del bene. Infatti, c'è chi ripone il bene nel piacere, chi nell'assenza di sofferenza, chi nella buona salute.
Il suo ragionamento è di questo tipo: quando affermiamo ''Socrate è buono'', ''gli dei sono buoni'', noi attribuiamo uno stesso predicato , ''buono'' , a differenti soggetti. Possiamo dire ''Socrate è buono'' e ''gli dei sono buono'' in quanto esiste l'idea assoluta di Bontà. Se non ammettessimo l'esistenza di paramenti oggettivi cui fare riferimento nel giudicare le cose, non potremmo pronunciare nessuna affermazione avente un valore universale. Tali paramenti sono costituiti dalle idee, criteri di conoscenza ,ma anche causa e fondamento della realtà.

La seconda ''navigazione''
Il filosofo sostiene di aver compiuto una seconda ''navigazione'' sospinto dalla ricerca dei filosofi naturalisti, per poi intraprendere, deluso da quella, una navigazione basata soltanto sulle proprie forze, che lo conduce alla scoperta del mondo delle idee. Secondo lui non è possibile che le cause materiali dei fenomeni siano solo cause ''ausiliarie''. In altre parole il filosofo comincia a domandarsi se la causa di ciò che è sensibile, mutevole non possa essere qualcosa che trascende il sensibile stesso e che abbia le caratteristiche dell'immutabilità, dell'eternità. Platone spiega, se ad esempio ci chiediamo perché Socrate si trovi in carcere, possiamo individuare delle cause materiali e meccaniche come il fatto che Socrate ha un corpo e dei muscoli che gli permettono di raggiungere fisicamente quel luogo, ma il vero perché, la ragione per cui Socrate è in carcere è di ordine morale: egli ha deciso di accettare il verdetto dei giudici e di sottostare alle leggi dello Stato, giudicando che questo fosse il bene. 
Lo stesso ragionamento vale per tutte le altre realtà: ciò che fa si che ogni cosa sia come deve essere e come è bene che sia.
    Le idee e la loro natura
Le idee di cui parla Platone sono vere e proprie entità di natura differente rispetto al sensibile e indipendenti dalla nostra mente: esse costituiscono i criteri di verità delle cose e anche la loro ''causa'', la ragion d'essere di tutto ciò che esiste. 
Nella visione platonica le idee sono sostanze immutabili e perfette. Platone le definisce ''incorporee'', ''espressione piena dell'essere'', ''in se e per sè'', ossia non relative al soggetto ma aventi una natura assoluta. 


Il rapporto tra le idee e le cose
Platone parla di una relazione di mimesi, sostenendo che le cose imitano le idee, come ad esempio paradigmi o modelli. 
Lui parla anche di una relazione di partecipazione, nel senso che le cose sensibili partecipano in qualche modo della perfezione delle corrispettive idee nel mondo ideale
Infine lui parla di presenza delle idee nelle cose, nel senso che il mondo sensibile non è che una rivelazione o espressione visibile di quello ideale.  

La classificazione delle idee
Le idee che si pone Platone si dividono in due grandi tipologie:
- le idee di valori morali, estetici e politici come quelle del Bene, della Bellezza e della Giustizia.
- le idee di enti geometrico-matematici, come il numero, il cerchio, la linea e il triangolo.
 Esistono anche idee di oggetti naturali e di oggetti artificiali o manufatti
Nelle opere della maturità Platone giunge alla tesi che a ogni realtà sensibile deve corrispondere una forma ideale. Platone ritiene che ci sia una gerarchia di valori alla base della struttura ideale al cui vertice si colloca l'idea del Bene. Insiste anche sul fatto che le idee costituiscono un mondo ordinato a cui dobbiamo far corrispondere il nostro pensiero se vogliamo pensare in modo corretto e veritiero. Il Bene di Platone rappresenta qualcosa di "divino", come le stelle, gli astri e l'anima, e soprattutto non crea le idee, che sono eterne, trasmettendo loro la sua perfezione.
Il Bene è come il sole, la cui luce permette di vedere tutte le cose, e costituisce l'armonia e la ragion d'essere del tutto, quello che dà valore a tutte le altre cose.

 Il superamento di Parmenide
Il mondo delle idee platonico ha alcuni caratteri tipici dell'essere parmenideo, le idee sono eterne, incorruttibili e immutabili. La tesi sostenuta da Parmenide era che solo l'essere è, mentre non essere non è, e affermava che l'essere è unico e immobile. Platone si rendeva conto che questa posizione è insostenibile e dice che bisogna avere il coraggio del "parricidio", cioè di uccidere il "padre" Parmenide, non facendo il suo stesso errore di guardare all'essere come a qualcosa di statico. Questa è una svolta importante perchè per la prima volta si afferma che l'essere è molteplicità e relazione. Il mondo reale è una dimensione articolata e complessa formata da una pluralità di idee gerarchicamente organizzate e variamente connesse tra di loro.
Nel Parmenide Platone afferma che l'uno non può esistere in maniera assoluta, quindi escludendo la molteplicità. Platone affermava che ogni idea è identica a se stessa, ma diversa da ogni altra idea.L'errore di Parmenide è stato quello di confondere la "diversità" con il "nulla". Secondo l'analisi platonica anche il non essere partecipa all'essere.
Platone rileva come ogni idea sia in uno stato di "quiete", considerata in se stessa, ma di "movimento" se vista in relazione alle altre idee.
L'idea può entrare in relazione con altre idee in virtù di cinque generi sommi, che sono:
- l'essere;
- l'identico;
- il diverso;
- la quiete;
- il movimento.
Platone risolve uno dei problemi più ardui della filosofia precedente, quello del nulla, considerando il non essere come "diverso". Con lui l'essere viene inteso come possibilità e relazione.














 

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